Cos’è l’industria 4.0?

Definizione, caratteristiche, effetti e prospettive della quarta rivoluzione industriale.

Definizione

Si parla sempre più spesso di industria 4.0, di fabbriche intelligenti e di nuova rivoluzione industriale. Una discussione che non si esaurisce al solo ambito economico-produttivo, ma sconfina anche a livello politico, culturale e sociale. Cerchiamo di capire meglio cosa s’intende con il termine industria 4.0 e che tipo di caratteristiche, effetti e prospettive interessano questo fenomeno.

Il Sole 24Ore spiega il termine Industria 4.0 come “la trasformazione in atto il cui perno è lo sfruttamento di cospicue quantità di dati e informazioni e il pervasivo utilizzo delle tecnologie digitali per connettere, innovare e governare l’intera catena del valore nei settori manifatturieri”.

È una definizione semplice, di massima. Non ha la pretesa di descrivere tutte le sfumature di un fenomeno ampio e in continuo divenire, però ci è utile per avere una prima fotografia. Facciamo un rapido passo indietro, giusto per capire meglio ciò di cui si parla. Dal momento che ci stiamo occupando di quarta rivoluzione industriale sarà utile fare un riassunto delle tre rivoluzioni precedenti.

La prima, datata 1780, si basa sull’introduzione di strumenti meccanici di produzione. Si sfrutta la forza del vapore per creare energia.

La seconda, che possiamo far risalire intorno al 1870, fa registrare l’introduzione della linea di montaggio. L’organizzazione del lavoro cambia, si fa ampio impiego di energia elettrica e nasce il concetto di produzione di massa.

La terza inizia a partire dal 1970, quando in azienda entrano sistemi di automazione basati sull’elettronica e l’informatica

La quarta rivoluzione industriale è proprio quella che stiamo vivendo: un nuovo modello di gestione aziendale che si basa sull’integrazione tra sistemi fisici e sistemi digitali, cioè sull’integrazione tra i macchinari necessari alla produzione e la loro connessione al web.

Illustrazione Industria 4.0 by ChristophRoser

Illustrazione delle quattro rivoluzioni industriali di ChristophRoser

Caratteristiche

La quarta rivoluzione industriale è caratterizzata e resa possibile da un insieme di situazioni.

  1. Aumento della potenza di calcolo di computer, smartphone e altri dispositivi informatici
  2. Aumento della velocità di connessione a internet.
  3. Aumento delle connessioni tra dispositivi, macchinari, oggetti ed elettrodomestici (internet delle cose).
  4. Diffusione di servizi e applicazioni di tipo cloud sempre più performanti, capaci di gestire grandi masse di dati e con pacchetti d’uso a consumo.
  5. Diffusione di strumenti per l’analisi e l’interpretazione dei dati.
  6. Impiego di robot per la produzione e la logistica.
  7. Uso di tecniche di stampa 3D per la prototipazione e la produzione di oggetti e componentistica varia.
  8. Sviluppo di soluzioni e servizi basati sulla realtà aumentata.
  9. Progressi nel campo delle intelligenze artificiali e nelle interazioni tra uomo e macchina, soprattutto a livello di interfacce.

Effetti

Le caratteristiche illustrate intervengono profondamente nell’ecosistema azienda. Hanno un impatto dirompente e producono effetti notevoli. Eccone tre.

Il dato al centro di tutto. In ottica industria 4.0 i dati sono uno strumento per generare valore. Fare business avrà sempre a che fare con l’intuizione e la volontà, ma oggi più che mai le scelte hanno bisogno di essere guidate da dati concreti. Una fabbrica intelligente raccoglie una grande mole di informazioni che analizza per prendere decisioni, attuare strategie, gestire le materie prime, monitorare macchinari e processi produttivi, progettare nuovi prodotti, abbattere i costi, relazionarsi con la clientela, intervenire sulla propria reputazione e molto altro ancora.

Più efficienza. Il dato è per sua natura tracciabile e confrontabile. Le aziende che sfruttano nel modo giusto le tecnologie digitali sono più efficienti, perché riescono a tenere traccia, risparmiare tempo, ottimizzare i costi, razionalizzare i processi e ridistribuire meglio le competenze.

Nuovi modelli di business. Non si tratta semplicemente di installare delle apparecchiature informatiche e continuare a fare tutto come se nulla fosse. Il passaggio da fabbrica tradizionale a fabbrica intelligente comporta una profonda riflessione sul proprio modello di business. Le tecnologie digitali sono molto più che delle appendici di un’entità predeterminata: sono delle leve che cambiano il modo stesso con il quale l’azienda segmenta il mercato, organizza i processi produttivi e produce e distribuisce valore.
Un esempio concreto ci aiuta a capire meglio il concetto.
L’ecommerce è una tipologia di compravendita ormai matura, ma fino a qualche anno fa sembrava impensabile acquistare online articoli di abbigliamento. “Le persone hanno bisogno di toccare, c’è il problema delle misure, l’incognita della restituzione, nel punto vendita fisico ci sono i camerini”: questo si diceva. Si applicavano logiche vecchie a scenari nuovi. L’esperienza ha invece dimostrato come nel settore della vendita online di abbigliamento stiano avendo successo aziende che hanno saputo riflettere e intervenire sulle proposte di valore, sui canali distributivi, sulla struttura dei costi e sulla relazione con i clienti. Che hanno saputo cioè creare un modello di business nuovo.

Nuovo rapporto uomo-macchina

Un cambiamento tecnologico così profondo ridisegna i confini del rapporto uomo-macchina. Ci sono compiti e fasi del processo produttivo dove la macchina è nettamente superiore alle prestazioni umane. Ma in un contesto dove le macchine saranno sempre più diffuse, il valore delle capacità inventive, manuali, progettuali, strategiche, culturali, sociali e relazionali dell’essere umano rimarrà sempre alto, probabilmente anche più che in passato. Industria 4.0 non vuol dire rinunciare all’uomo e delegare tutto alle macchine, vuol dire saper combinare al meglio i due mondi, per trarre il meglio da entrambi come non è mai stato fatto prima.

Prospettive

Un cambiamento impossibile da ignorare. La quarta rivoluzione industriale è un cambiamento che non si può minimizzare o far finta che non esista. Il processo di trasformazione è così profondo e irreversibile che modificherà per sempre il modo con il quale imprese e artigiani si relazionano al mercato, alla produzione, ai clienti. Nessun prodotto, nessun settore può dirsi al riparo. Ignorarlo vuol dire solamente rimanere indietro, perdere di competitività. In questo caso la tecnica dello struzzo non funziona.

Piano Nazionale Industria 4.0. Il sistema Italia non è stato il primo a muoversi ma ha recuperato terreno facendo i passi giusti. Il Governo ha da tempo compreso che la competitività delle imprese italiane e del made in Italy deriva anche dalla competitività dei territori e del contesto normativo-tecnologico-imprenditoriale in cui le aziende stesse operano. Per questo ha varato nel 2016 un pacchetto di incentivi e strumenti che va sotto il nome di Piano Nazionale Industria 4.0 e mira a creare un contesto favorevole per aiutare le aziende italiane a cogliere le opportunità della quarta rivoluzione industriale.
Tra le misure adottate ci sono l’Iper Ammortamento, il Super Ammortamento, il Credito d’Imposta in Ricerca e Sviluppo, e un quadro di riferimento semplificato per startup e pmi innovative.

Un settore in crescita. Il settore dell’industria 4.0 è in crescita, ammesso che di singolo settore si possa parlare: quello del 4.0 è più un cambiamento generale. L’Istat ha registrato un aumento del Pil sia nel terzo trimestre del 2017 che su base annua.
Riprendendo dati Istat, anche il ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda ha sottolineato come il Piano Industria 4.0 sia vitale per la produttività e la competitività delle aziende. I numeri testimoniano dunque una crescita in atto. Molto dipenderà dalle capacità delle singole aziende ma i tempi sono maturi. I margini per investire e fare bene ci sono. Gli strumenti pure. Le imprese italiane possono affrontare il cambiamento con fiducia.

Non solo industria: PA, città, territorio, stili di vita. La rivoluzione industriale non è limitata a una singola sfera, infatti sta producendo effetti anche al di fuori di aziende e botteghe artigiane. Allargando l’orizzonte possiamo vedere quanto le trasformazioni in atto stiano interessando anche la pubblica amministrazione, le città, il paesaggio, la scuola, le relazioni umane, gli stili di vita. Si tratta di un fenomeno trasversale che può assumere forme diverse ma ha la stessa natura di fondo.

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