PROTEGGERE L’INNOVAZIONE: GRIGA ADVERTISING

La consulenza tempestiva in proprietà industriale dà più valore all’azienda e evita che gli investimenti in marketing e pubblicità vadano dispersi.

Sì può proteggere l’innovazione? Perché è importante farlo e quali sono gli step necessari? A queste e altre domande sulla tutela di marchi e brevetti risponde Spartaco Gabellieri, titolare di Griga Advertising, storica società di consulenza in proprietà industriale.

Made in Italy Lab lo incontra per fare il punto su un tema che, a torto, viene spesso sottovalutato, mentre è decisivo e strategico per il successo in un mercato affollato, mutevole e globale.


Spartaco, raccontaci quando nasce e come si sviluppa il tuo studio di consulenza in marchi e brevetti.

Lo studio Griga Advertising nasce nel 1981 con lo scopo di fornire servizi di comunicazione basandoli sul marketing. La ricerca delle motivazioni di acquisto, l’analisi del mercato, gli strumenti di comunicazione e lo studio della stessa, furono i presupposti per la nascita.

Una struttura agile, che avvalendosi di collaboratori interni ed esterni riuscì a dare delle risposte efficienti a quelle aziende che cercavano nel centro Italia servizi altrimenti reperibili nel nord Italia, in particolare a Milano.
Un grande impulso in tale direzione fu favorito dalla collaborazione con esperti in marketing e grafica precedentemente occupati presso una multinazionale umbra. 

Spartaco Gabellieri, consulente italiano ed europeo in marchi, modelli e disegni.

I primi anni ’80: in molti lo hanno definito il periodo d’oro della pubblicità.

Si iniziavano a porre le basi della filosofia della comunicazione, ossia l’interrogarsi sul “comee soprattutto sul “perchédella comunicazione delle piccole medie imprese del centro Italia. La campagna pubblicitaria non era più solo quindi frutto della sommatoria di servizi grafici e mezzi di comunicazione, dipendeva soprattutto da quello che stava a monte.

Tra i collaboratori esterni figuravano anche studi in proprietà industriale che permisero a Griga Advertising di fornire anche l’assistenza necessaria alla protezione del patrimonio immateriale dei propri clienti.

Come hai scelto di fare questa professione?

Negli anni 90, con l’avvento diffuso dei pc con i suoi programmi grafici, ci fu l’illusione da parte di molte imprese del centro Italia che si potessero acquisire servizi di comunicazione pubblicitaria anche presso quei singoli operatori (a volte nemmeno professionisti) solo perché dotati di un computer grafico e con servizi a poco prezzo, senza tener conto della dovuta preparazione.

Non desiderando la competizione al ribasso, mi resi conto che si doveva offrire qualche cosa di particolare, non riscontrabile sul mercato di interesse. Questo “qualche cosa” fu un percorso a ritroso che risalì ancora più indietro rispetto al marketing, ma senza dimenticarsi di esso.

Quindi alle radici stesse del processo di comunicazione: obiettivi e strategie.

Esatto. Mi chiesi cosa avrebbe potuto ostacolare in modo tragicamente rovinoso e irrimediabile lo sforzo che l’impresa riversa nella comunicazione. Mi risposi che il pericolo più grande è la sottovalutazione del punto di partenza, dove per punto di partenza s’intende proprio l’idea, il concetto, la strategia che si va a esprimere e racchiudere essenzialmente nel marchio, nel design, spesso nel brevetto.

L’industria è un settore in cui il brevetto ha un’importanza strategica.

Nelle agenzie di comunicazione non sempre si rincontra tanto una visione così ampia, ma specifica al tempo stesso.

A mano a mano che Griga Advertising si trasformava da azienda di marketing e comunicazione a società di consulenza in proprietà industriale, oltre alle imprese di prodotti e servizi, anche le agenzie di comunicazione recepivano l’importanza di consulenti esperti nel campo della proprietà industriale e con un background forte in marketing e comunicazione. Tra i nostri clienti ci sono infatti molte agenzie e studi pubblicitari.

Oggi Griga Advertising è focalizzata sulla filosofia della comunicazione, cioè sull’analisi della coerenza tra comunicazione dell’impresa (progettazione, marketing, produzione, commercializzazione, concorrenza) e i titoli di proprietà industriale.

Hai notato nel corso degli anni dei cambiamenti di interesse da parte del mercato?

C’è stato di recente un incremento notevole delle attività volte alla protezione dei marchi, del design e dei brevetti.
Negli anni ’80 e ’90 le aziende contavano sulle proprie fabbriche, i dipendenti ed ovviamente le proprie idee, ma il punto di forza era dato dal numero di addetti occupati, dai macchinari a disposizione, dai capannoni industriali di proprietà.
Ci si concentrava quindi essenzialmente sul prodotto, ossia sul bene da offrire al mercato e la grandezza dei mezzi di produzione ed il costo di produzione competitivo diveniva garanzia di successo nel mercato.

E poi cosa è successo? Ti riferisci alla delocalizzazione?

Con la delocalizzazione il paradigma è cambiato; le aziende hanno cominciato a cercare i luoghi più convenienti per la produzione e hanno spostato le proprie fabbriche in nazioni a mano d’opera più conveniente se non addirittura hanno rinunciato alla produzione delegandola a terzi.
I risparmi prodotti sono stati utilizzati da alcune aziende in modo intelligente per supportare sia la ricerca che la individualizzazione dei propri prodotti rispetto a quelli della concorrenza.

Cosa restava quindi se non il marchio per contraddistinguere l’origine del prodotto ed il prodotto stesso? Ecco, è in tal senso che cresce la necessità di tutela legale di marchi e brevetti, ma anche di design e idee.

Quali sono i settori maggiormente sensibili a questo tema?

Le aziende che ho potuto constatare maggiormente interessate al cambiamento sono state quelle del settore della moda, delle macchine utensili, elettronica, tessili, alimentare, cura del corpo, attrezzature sportive,  servizi alle imprese, servizi alla persona , come anticipato, anche quelle imprese pubblicitarie che, saggiamente, si sono affidate ai nostri servizi per approfondire questi aspetti prima di far procedere con investimenti costosi i piani di attuazione delle campagne pubblicitarie dei loro clienti.

Il supermercato: contesto affollato e competitivo per marchi, design del packaging e prodotti.

É recepito come un importante asset aziendale il tema dei diritti di proprietà intellettuale e industriale?

Le imprese italiane per avere uno spazio di visibilità nel panorama internazionale ma anche all’interno dell’Italia devono proporre prodotti e servizi che secondo la regola aurea della comunicazione “devono mantenere le promesse”; questa semplice regola ha un peso fatto da ricerca-sviluppo, molto importante da un punto di vista di tempi e costi.

Questo insieme è quello che semplicemente chiamiamo know how e deve essere protetto in base alle strategie più opportune che possono riguardare il segreto aziendale, i marchi, i modelli, i brevetti.

Il punto sul quale invitiamo l’impresa a prendere le massime precauzioni è il concetto di novità. Su questo semplice concetto si basano essenzialmente i diritti che derivano dall’innovazione. 
Pertanto per non vedere sfumare i propri investimenti di know how devono essere prese le dovute misure di protezione.

Quali passaggi consigli ai tuoi clienti per la protezione di un’idea?

Per procedere alla fase esecutiva dell’idea, consistente in progettazione grafica, comunicazione, stampa, produzione degli oggetti, forza vendita, mercati ed altro occorre procedere prima con alcune preanalisi:

  • verifica dell’idea dal punto di vista di protezione di proprietà industriale: marchio, design, brevetto, segreto industriale, copyright, etc.
  • mercati di interesse
  • ricerche per verificarne la novità ed applicabilità industriale tenendo conto anche del carattere di attività inventiva come può ricorrere per un brevetto ma anche di forza o debolezza come invece può avvenire nel marchio e carattere individuale per il design/modello.

In quali altri ambiti si manifesta l’assistenza che garantisce ai clienti?

In materia di proprietà industriale vale una regola molto semplice: “iniziare bene”. Infatti sin dalle prime battute si deve capire quali passi porre in essere non solo per il presente ma anche per il futuro.
Si pensi ad esempio dover cambiare dopo anche un anno il proprio marchio perché in conflitto con uno preesistente: addio a investimenti in pubblicità, packaging, forze vendita, tempo investito.

Marchio di moda con esposizione di capi di abbigliamento.

Spiegaci quindi nel dettaglio queste attività strategiche per la tutela legale di marchi e brevetti.

  • Anticipare. Prima di procedere con l’accurato deposito di una domanda di registrazione avendo fatto le opportune verifiche, si dovranno tenere in considerazione i mercati di interesse sia nel breve che nel medio periodo (3-5 anni). Questo consente di predisporre una strategia sin dall’inizio che impedirà a terzi di andare ad occupare quei territori nel mondo non di attuale interesse ma che potrebbero esserlo nel futuro.
  • Sorvegliare. Per rendere efficiente la protezione e considerando che nella stragrande maggioranza dei Paesi non vige il controllo dei diritti anteriori in fase di esame delle domande, il monitoraggio dei nuovi depositi che possono confliggere con il proprio marchio è una misura assolutamente da prendere in quanto consente di attivare le dovute strategie di opposizione. Infatti è inutile acquisire diritti di proprietà industriale senza poi attivarli quando necessario.
  • Allerta doganale. Attivazione delle dogane per impedire importazioni non autorizzate.
  • Accordi di convivenza tra marchi. Tali accordi sono il frutto di un equilibrio di limitazioni ed ogni Parte tenta di ritagliarsi lo spazio più importante. Nelle pieghe degli accordi si nascondono a volte dei particolari dall’apparenza insignificante che però nascondono clausole che nel prosieguo possono causare dei cambi di strategia non previsti e molto dispendiosi; è per questo che va riposta la massima attenzione nella stesura degli accordi di proprietà industriale.
  • Procedimenti amministrativi-legali. Nel mercato globale l’assistenza deve essere pronta ed efficiente in ogni Paese sia per quanto i depositi e la loro prosecuzione che le strategie di difesa. Per questo rappresentiamo direttamente i nostri clienti in Italia (Ufficio Italiano Brevetti e Marchi), Ufficio Europeo per la Proprietà Intellettuale (EUIPO), Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale (WIPO).
    Nel resto del mondo abbiamo in ogni Paese studi legali corrispondenti specializzati in proprietà industriale.


Made in Italy Lab ringrazia Spartaco Gabellieri per la disponibilità e l’interessante focus sulla proprietà industriale e la tutela legale di marchi e brevetti.

Griga Advertising
http://www.griga.org/
Via dello Sport, 31
Perugia
Umbria


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