Dondi, macchine agricole dal 1850

Il direttore commerciale Pettirossi presenta punti di forza e prospettive dell’azienda.

Un’azienda attiva da più di un secolo e mezzo, con esportazioni in oltre 150 paesi esteri e oltre l’80% del mercato internazionale nel settore degli scavafossi rotativi per lo scavo di canali per l’irrigazione e il drenaggio di coltivazioni comuni o esotiche: mais, riso, grano, girasole, canna da zucchero, ananas, banane, kiwi, soia e altre ancora.
Produce inoltre dissodatori per la lavorazione passiva del terreno e macchine tecnologicamente avanzate per la manutenzione di strade e lo scavo di canali laterali.

Lamberto Pettirossi, direttore commerciale di Dondi, ci presenta l’azienda dal vivo e con l’occasione ci parla di internazionalizzazione, mercati e innovazione.

Lamberto, nel vostro sito internet si leggono due frasi molto forti, può spiegarcele? La prima è “la qualità non si svende”.

Quella appena trascorsa viene etichettata come crisi, cosa che secondo me non è. Più che di crisi, parlerei di una situazione ormai stabile dovuta a dei cambiamenti su scala internazionale che solo chi è ottimamente organizzato può affrontare.
Molte aziende hanno affrontato questi cambiamenti in modo poco lungimirante, hanno delocalizzato la produzione pensando che con costi di manodopera più bassi avrebbero abbassato i costi di produzione e risolto la questione delle vendite.
Il problema è che così facendo la qualità è diminuita e ai clienti questo fatto non è sfuggito. Noi, al contrario, abbiamo puntato tutto sulla qualità dei prodotti, su un servizio d’assistenza dedicato, su ricambi garantiti in tutto il mondo entro 72 ore dalla richiesta e su consegne in tempi brevi.

Ecco perché diciamo che la qualità non si svende.

Staff azienda Dondi, macchine agricole e industriali

L’altra è “la forza di essere i numeri uno”.

Si riferisce a una particolare gamma di macchine, gli scavafossi rotativi. Nel mondo siamo rimasti solo pochissime aziende a produrli e noi in questa fascia di mercato abbiamo delle performance altissime. In alcuni mercati deteniamo il 90% di tutte le vendite del settore. In media produciamo circa 800 scavafossi rotativi l’anno.

Torniamo per un attimo ai cambiamenti che hanno coinvolto il vostro settore. Cosa avete notato di particolare?

Molte aziende italiane del settore macchine agricole non si sono adattate alle nuove logiche contemporanee, hanno pensato che il mercato interno sarebbe per loro rimasto invariato. Purtroppo così non è stato. Altre hanno invece pensato di poter risolvere la necessità di internazionalizzare cedendo semplicemente il proprio marchio a grandi organizzazioni internazionali. Si sono però ritrovate prive d’identità e di potere decisionale, finendo per portare in un vicolo cieco quella che era una storia imprenditoriale che magari andava avanti da generazioni. Il mercato ha premiato quelle aziende che, come Dondi, sono riuscite ad avere la forza per confrontarsi su altri mercati, fuori dall’Italia.

Quando parla di logiche contemporanee fa riferimento a internet e alla globalizzazione?

Sì, sono due forze dalla portata dirompente, collegate tra loro. Il mondo è al tempo stesso più grande e più piccolo di prima e gira a una velocità cento volte superiore. I mercati sono tra loro interconnessi e una grande azienda non può più permettersi di badare solo al mercato domestico.
Per crescere e rimanere competitiva ha bisogno di aprirsi al mondo e di investire in ricerca e sviluppo, aumentando quanto più possibile la qualità. Deve farlo però in modo concreto, tangibile. Lascerei perdere logiche finanziarie speculative perché credo che alla lunga impoveriscano sia l’azienda che tutto il sistema Italia nel suo complesso.

Quando è iniziato il vostro processo di internazionalizzazione?

Il nostro processo di internazionalizzazione è iniziato circa venticinque anni fa. Con il tempo abbiamo consolidato il marchio e la rete di distribuzione e assistenza. Oggi siamo presenti in 105 paesi nel mondo, si va dal Nord America alla Terra del Fuoco, dalla Cina alla Corea, dal Giappone al Sud-est asiatico. In Europa siamo presenti ovunque. Siamo presenti pure in Australia, pur se non in modo diffuso. Uno scenario a cui teniamo molto è l’Africa: qui siamo presenti in dieci nazioni ma nei prossimi anni cercheremo sicuramente di sviluppare questo mercato perché l’agricoltura è un settore in forte ascesa. In Africa sta nascendo una grande domanda di macchinari agricoli, perché l’agricoltura è alla base delle loro politiche di sviluppo sociale. È un continente dove c’è tanto ancora da fare, talmente vasto e popoloso che può dare lavoro ad aziende italiane del settore delle macchine agricole per altri cinquanta anni come minimo.

Anche nel settore delle macchine agricole si può parlare di made in Italy?

Certo, ed ha un grande valore. Nel settore delle macchine agricole, l’Italia è il primo paese al mondo come tipologia di prodotti esportati e uno dei primissimi come volume totale di fatturato. Le nostre macchine sono affidabili, piacciono e hanno una vocazione innovativa. I progettisti italiani hanno esperienza e inventiva. Le macchine agricole italiane sono apprezzate anche perché costruite con una buona dose di artigianalità, che si traduce in maggior cura dei dettagli. Per il futuro consiglio a tutte le aziende del settore di investire ancora di più sulla qualità per portarla ai massimi livelli.

Macchinari agricoli per la lavorazione passiva del terreno

L’impresa è solo profitto o ha anche una responsabilità sociale nei confronti di ciò che la circonda?

Di sicuro il profitto è una componente importante, senza di esso non c’è né sviluppo, né crescita. Ma un’azienda virtuosa non può praticare il profitto spregiudicato a tutti i costi, sarebbe controproducente, oltre che miope. In Dondi cerchiamo di tutelare le persone e l’ambiente. Quando progettiamo macchine agricole lo facciamo cercando di tenere a mente che macchine agricole più sicure e di qualità aiutano a prevenire gli infortuni sul lavoro e ad evitare l’uso di diserbanti chimici.

Il web ha rivoluzionato il modo di rapportarsi ai clienti. Come valuta questo cambiamento?

Molto positivo e anche molto stimolante. Il web ci ha permesso di essere presenti in tutto il mondo, di mostrare un prodotto con un click e di interagire con la clientela in tempo reale, senza essere presenti sul posto. È un propulsore incredibile. Ma è anche impegnativo, perché di fatto ti mette in concorrenza con tutto il mondo. Ecco perché dico stimolante: ogni giorno si deve dare il meglio, è una sfida continua che non prevede pause. Basta poco per rimanere irrimediabilmente indietro.

Innovazione: che valore dà a questa parola?

È lo stimolo che impedisce a una persona di sedersi e lo costringe a rimanere sempre sul pezzo. Competitività e innovazione sono due facce della stessa medaglia, senza innovazione un’azienda perde terreno e viene scalzata dalle altre. In Dondi cerchiamo di essere estremamente propositivi. Collaboro direttamente con i tre ingegneri dell’ufficio tecnico e ogni giorno lavoriamo a idee nuove, ci chiediamo continuamente quali sono le nuove richieste del mercato, dove stanno nascendo e perché.

Siete al corrente del Piano Nazionale Impresa 4.0?

Lo conosciamo, anche se non così a fondo. Vedo comunque che sta dando un forte impulso all’industria e all’innovazione di cui parlavamo prima. L’Italia ha bisogno di iniziative del genere, di interventi proattivi che premiano chi ha idee e coraggio, non di forme di assistenzialismo. Con l’assistenzialismo non si crea sviluppo, né tantomeno occupazione. Si creano solo assistiti.

Made in Italy Lab saluta Lamberto Pettirossi e ringrazia l’azienda Dondi tutta per il costruttivo incontro.

Dondi Spa
http://www.dondinet.it
Viale Europa 94/102
Ospedalicchio di Bastia Umbra (PG)
Umbria


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