Tassoni, 225 anni di storia e un salto nel futuro

La famosa cedrata preserva la tradizione e punta forte sull’innovazione tecnologica.

A Salò, sulle rive del Lago di Garda, abbiamo appuntamento con Elio Accardo, amministratore delegato di Cedral Tassoni.

Per Made in Italy Lab la curiosità è tanta, perché la possibilità di entrare in contatto così da vicino con uno dei marchi italiani più longevi e popolari non capita tutti i giorni.
Difficile non provare un sentimento forte di simpatia mista a nostalgia quando si parla di cedrata Tassoni.

Elio, perché produrre in una villa storica e non in una struttura più funzionale?

Perché la cedrata Tassoni è più di una bibita. Dentro c’è una storia, un territorio. C’è Salò, c’è il Lago di Garda con le sue bellezze fatte di panorami, profumi e antiche limonaie. In questa villa abbiamo alambicchi con secoli di storia, che usiamo ancora oggi per alcune fasi della produzione. Lo facciamo per dare al prodotto una qualità superiore.

Noi siamo fatti così e vogliamo continuare a esserlo, anche rinunciando a soluzioni di comodo. Il capannone nella zona industriale è una filosofia che non ci appartiene.

Villa storica sulle sponde del lago di Garda

Da dove prende origine il processo produttivo?

Si parte da materie prime italiane della migliore qualità possibile, che lavoriamo in casa senza far ricorso a miscelati di base già pronti e preparati da altri. Pensi che per la nostra bibita usiamo solo cedro liscio di Diamante, è una qualità calabrese, la migliore in assoluto.

Da questi cedri prendiamo solo la buccia e la separiamo dal resto del frutto con un’operazione semi-manuale. La polpa torna poi in Calabria per ricavarne frutta candita.

Poi come si procede, c’è la fase dell’infusione?

Esatto, per ottenere gli oli essenziali si opera una macerazione in soluzione idroalcolica. È un processo lungo, per ottenere l’aroma perfetto servono alcuni mesi.

Questi che stiamo vedendo sono gli alambicchi storici di cui ci parlava?

Sì, sono proprio questi. Li usiamo per la distillazione, sono alambicchi in rame che risalgono agli anni ’30 del Novecento. È una questione di gusto e di tradizione.

Abbiamo saputo che di recente avete apportato importanti innovazioni in azienda in ottica industria 4.0: può presentarci brevemente questa vostra trasformazione digitale?

Il piano Industria 4.0 ci sembrava una buona opportunità e ne abbiamo approfittato per la parte relativa all’ammortamento e al super ammortamento. Non abbiamo avuto necessità di attingere a sostentamenti economici esterni, perché l’azienda è solida e da sempre si autofinanzia, per una precisa politica aziendale.

Dal punto di vista pratico, su quali aspetti siete intervenuti?

Abbiamo presentato quanto realizzato anche su Industria Italiana. La trasformazione digitale riguarda principalmente la seconda fase del processo produttivo, ovvero il controllo qualità e il confezionamento. La prima fase, quella che comprende l’infusione e la distillazione, resta di tipo artigianale, manuale.

Linea di produzione automatizzata per controllo qualità e packaging

Credits Francesco Tomassinelli

Che risultati avete ottenuto?

Ora abbiamo sistemi di manutenzione predittiva che migliorano l’efficienza della produzione e garantiscono meno interventi di manutenzione sui macchinari. Il tutto anche a vantaggio del personale, che possiamo impiegare al meglio.

Per il controllo qualità abbiamo robot che controllano che le bottigliette siano correttamente tappate e che presentino la giusta percentuale di anidride carbonica. Si tratta di macchine automatiche controllate da remoto direttamente dal produttore, che fornisce teleassistenza in caso di evenienza.

La trasformazione digitale ha coinvolto pure il confezionamento e la logistica. In generale, queste innovazioni tecnologiche ci consentiranno di migliorare la capacità produttiva per essere poi pronti alle nuove sfide dei mercati interni e internazionali.

Negli ultimi anni il settore drink è diventato molto affollato. In che modo Tassoni riesce a mantenere identità e quote di mercato?

Abbiamo lavorato molto sia sulla distribuzione, che ora è molto più capillare, che sull’innovazione di prodotto, con il lancio a partire dal 2014 di altri quattro nuovi prodotti.
Parlo di Tonica Superfine, Fior di Sambuco, Mirto in Fiore e Pescamara: tutte bevande innovative perché prima praticamente sconosciute al mercato e che la clientela ha imparato ad apprezzare.

A proposito di clientela: a chi piace principalmente la cedrata Tassoni?

Il nostro è un consumatore di buon profilo culturale, che intende gustarsi una bibita di qualità, non ordinaria. Persone che sono sensibili anche alla storia, alle sensazioni che trasmette un territorio. Non sono pochi 225 anni di storia…

La cosa che ci riempie di soddisfazione è vedere che il nostro prodotto lo consumano tutti: gli anziani, che lo hanno scoperto da bambini, e i giovanissimi, che lo hanno scoperto di recente ma lo hanno subito messo tra i preferiti.

All’estero piace la cedrata Tassoni? Quali sono gli stati che ne consumano di più e qual è la ragione di questo amore?

Certo, è una bibita che piace molto. Viene consumata liscia oppure miscelata in cocktail. Per Tassoni l’export è iniziato nel 2014, oggi siamo in ben 21 paesi e il nostro principale mercato estero è rappresentato dalla Corea del Sud.

La ragioni di questo successo risiedono senza dubbio nella qualità del prodotto, ma anche nella nostra lunga storia tutta italiana che ha attraversato i secoli. Il fatto che la cedrata Tassoni sia un prodotto made in Italy, con a capo un’azienda italiana e gestita in modo familiare sono elementi che la clientela estera apprezza.

Qual è la sua definizione dell’espressione “made in Italy”? Che valori rappresenta per lei?

Made in Italy vuol dire saper emozionare. Vuol dire mettere amore in tutto ciò che si fa e scegliere sempre la strada che porta al bello, al gusto, allo stile, alla qualità, al territorio, alle sensazioni positive. Anche a scapito del profitto o delle soluzioni di comodo.

E tutto questo si traduce in competitività, perché quando riusciamo a raccontarlo bene i nostri interlocutori rimangono affascinati.

Campagne pubblicitarie storiche Tassoni

Una curiosità: il vostro spot pubblicitario è lo stesso da molti anni. Ci sono dietro ragioni affettive, di marketing o che altro?

Ci siamo davvero affezionati. Anche i nostri clienti lo sono, ormai è diventato quasi un fatto di costume, una sorta di icona nazionalpopolare. C’è una frase che sento spesso ripetere dai nostri clienti: “Ho visto la pubblicità Tassoni in televisione, finalmente è arrivata l’estate”. Il nostro spot pubblicitario come sigla di apertura della bella stagione, è davvero un motivo di orgoglio per noi.

A breve ne lanceremo altri, ma si tratterà di spot pubblicitari con uno spirito differente, più adatti a raccontare le materie prime, la qualità del prodotto e i processi produttivi. Non sostituiranno il nostro spot pubblicitario storico, lo affiancheranno solamente.
Progetti interessanti in corso e nuove sfide per il futuro?
Per il 2018 e il 2019 abbiamo in cantiere progetti che ci piace definire nobili, perché hanno una vocazione sociale. Di più, almeno per il momento, non posso svelare ma vi invito a rimanere aggiornati.

Made in Italy Lab ringrazia Cedral Tassoni per il piacevole incontro.

Tassoni
http://www.cedraltassoni.it
Viale Marco Enrico Bossi, 3/5
Salò (BS)
Lombardia

Credits per l’immagine della testata: Francesco Tomassinelli


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